Oggi Federica era di nuovo in pista a Valgrisenche, poi tre giorni di stacco dopo averne fatti sulla neve cinque consecutivi. Mentre rientrava nella sua Val di Fiemme, abbiamo intervistato il preparatore atletico del gruppo élite della "Valanga Rosa", che ha vissuto mesi complicatissimi per dividersi tra i recuperi della detentrice della CdM, quello di Marta Bassino ("non sappiamo ancora quanto tempo ci vorrà, nelle mani di Federico Bristot stanno facendo un gran lavoro") e la gestione di Goggia e Curtoni. "Quando vedo un'atleta come Brignone sudare per 8 ore senza fermarsi, sei disposto a viaggiare tutto il giorno andando e tornando da Torino. L'aspetto emotivo e la coesione del team sono stati aspetti fondamentali per ritrovarla".
E’ l’anima silenziosa di tre team che convergono in uno solo, il gruppo élite che comprende anche Elena Curtoni, e lui è l’unica persona che fa parte dei gruppi personalizzati che lavorano con Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino.
E’ il preparatore atletico della squadra di riferimento della nazionale che sta vincendo tutto in questi anni, viene dalla Val di Fiemme e Cavalese è sempre stata casa sua: parlare con Luca Scarian, in questa fase cruciale del recupero della due volte vincitrice della sfera di cristallo assoluta, ma anche del delicatissimo periodo, gli ultimi due mesi dopo l’infortunio in Val Senales, dell’ex campionessa del mondo di super-g e parallelo, nonché di quello felice, in pista dopo aver ritrovato il successo in Val d’Isère, dell’olimpionica di discesa, è davvero molto interessante e ci fa capire quanto lavoro ci sia alle spalle di queste fuoriclasse, da parte di persone lontane dalle luci dei riflettori, ma semplicemente determinanti per i trionfi della “Valanga Rosa”.
Intercettiamo il professionista trentino mentre si sta sobbarcando le oltre 4 ore di viaggio dalla Valle d’Aosta alla Val di Fiemme; anche questa mattina, Scarian era in pista al fianco di Brignone, questa volta sulle nevi della meravigliosa Valgrisenche, dopo le giornate a Courmayeur.
E’ stato l’ultimo allenamento vero per Fede di questo 2025, perché ora la detentrice della CdM staccherà (dalla neve) per tre giorni, prima di cominciare il cruciale mese di gennaio dove è attesa a ritrovare le compagne di squadra e poi la gara, se le sensazioni saranno quelle giuste.
Luca, però, ci chiarisce molto bene che in questa fase verso il rientro agonistico, per Federica la programmazione non può andare al di là delle 4-5 giornate successive, le risposte dell’atleta in primis possono cambiare ogni cosa e gli incastri, dalla prenotazione delle piste al meteo e lo stesso lavoro atletico da coordinare con quello sciistico, sono quelli di un vero e proprio puzzle. “Era necessario recuperare dopo cinque giornate in fila sulla neve, fa parte di questa fase e Fede sta migliorando continuamente – ci racconta il preparatore fiemmese – Riprenderemo con il nuovo anno, vedremo con quale destinazione, ma con il dt Rulfi ci siamo organizzati al meglio per coprire ogni situazione e, nel mio caso specifico, significa lavorare con le atlete del team élite”.
Campionesse con diverse priorità, a maggior ragione visto che tra di loro stanno vivendo momenti completamente differenti dopo i gravi infortuni di Brignone e Bassino. “Con Marta sono stato qualche giorno a Torino, è in buonissime mani perché Federico Bristot (fisioterapista del J Medical che ha seguito anche tutto il recupero di Federica, ndr), che conosco ormai da dieci anni, sta facendo un lavoro enorme. A gennaio la rivedrò sicuramente, anche se è ancora nel periodo di riabilitazione che precede quello della preparazione atletica vera e propria. Per lei non sappiamo ancora quanto tempo ci vorrà per pensare alla programmazione in termini di sci”.
Come sta Sofia Goggia? Benone, a giudicare dai risultati: “Ho fatto un mese tra America e Canada con lei e il suo team, poi sono andato a Val d’Isère. Con lei procede tutto bene, ora vedremo il lavoro per Kranjska Gora, così come sono tranquillo per Elena (Curtoni, ndr), che viene gestita principalmente nel gruppo delle velocista e quindi da Alberto Parola, che sta facendo benissimo e con il quale mi confronto sempre”.
Tornando a Brignone, con Luca Scarian ripercorriamo quei primi momenti, ormai lontani quasi 9 mesi, del serissimo infortunio alla gamba sinistra rimediato nella 2^ manche del gigante tricolore all’Alpe Lusia. “Ero in pista e appena l’ho raggiunta, la prima cosa che le ho detto è stata semplice. “Abbiamo tempo, qualsiasi cosa sia”. Ho cercato di tranquillizzare lei e anche Davide (il fratello e coach di Federica, l’ha sempre dichiarato, era chiaramente molto scosso), ma sul momento neppure io mi sono reso conto di quanto fosse grave.
La mia prima impressione era che fosse più una cosa di natura ossea, ho chiesto poi a Federica di poter contattare il J Medical, passando per la commissione FISI, e da lì siamo partiti subito con le prime settimane a Torino nelle quali, per quanto riguarda il mio ruolo, è stato importante starle vicino più che altro sul piano emotivo. Per quasi 7 mesi ha fatto un lavoro prettamente fisioterapico, il passaggio alla preparazione atletica è una fase molto delicata e io dovevo sapere tutto ciò che aveva svolto per calibrare al meglio i programmi”.
E ora, una volta tornata tra i pali con i primi allenamenti veri in gigante, come sta davvero? “Ha qualche dolore ogni tanto alla gamba, sì, ma sta provando ogni giorno qualcosa di diverso e per il momento sta seguendo una linea temporale di regolarità, ed è davvero importante. Il rientro in gruppo? Ha tenuto cinque giorni di fila molto bene, grazie all’enorme lavoro fatto sul piano fisico sin dall’estate, i tempi sono stretti ma ha continuato a migliorare ed è nella direzione giusta.
Con lei è fondamentale anche farle capire la gestione del dolore, fa tutto parte dell’allenamento, fisico e mentale. Ora seguirà il piano atletico per questi tre giorni, l’ultima parola in termini di allenamento con la nazionale spetterà a Rulfi, ci confronteremo nuovamente come abbiamo sempre fatto, in primis è importante ascoltare Federica e le sue sensazioni. Io posso anche programmare una fase di 12-14 giorni, ma è sempre modificabile rispetto al lavoro sugli sci che si inserisce”.
Scarian conosce benissimo il sistema della nazionale femminile, lui che dal comitato è passato alle discesiste del team di Coppa del Mondo, quando c’erano le sorelle Fanchini, Schnarf, Stuffer: “Un paio di anni con loro, poi nel 2018/19 ho seguito le slalomgigantiste, riprendendo con la velocità fino a due anni fa (con la squadra delle polivalenti, per intenderci), quando poi sono stato inserito nel gruppo élite”.
Tante le persone con cui interfacciarsi, in queste settimane tanto lavoro con Giuseppe Abruzzini, da anni negli organici FISI quale apprezzatissimo preparatore, seguendo proprio Brignone: “C’è una forte coesione e voglio sottolinearlo perché, confrontandosi per un lungo periodo, si può svolgere il miglior lavoro possibile in un recupero delicatissimo come quello di una campionessa che ha subito un infortunio del genere. Così come il rapporto con Davide Brignone, all’interno di un team molto unito: a Federica abbiamo sempre detto di avere pazienza, l’ha avuta senza accelerare i tempi, ma quando vedi un’atleta che lavora 8 ore al giorno senza sosta, ti fa venire voglia, al di là del lavoro che ancora prima è una passione, di farti per tanto tempo il viaggio andata e ritorno da Torino a casa (la Val di Fiemme, appunto) in giornata. Solo per vederla e sostenerla, specialmente in quei primi durissimi mesi”.
BOLLETTINO NEVE
| LOCALITÀ | I.APERTI | H. Min/Max |
|---|---|---|
| Passo Rolle | 21/23 | 40-70 cm |
| Paganella | 17/20 | 20-40 cm |
| Bormio 3000 | 10/12 | 20-45 cm |
| Limone Piemonte | 15/15 | 70-180 cm |
| San Martino di Castrozza | 21/23 | 10-30 cm |
| La Thuile | 32/38 | 40-60 cm |
| Livigno | 31/31 | 12-40 cm |
| Gabiet | 10/11 | 30-30 cm |
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