Federico Pellegrino a "Poligono 360" dopo le vittorie di Davos e Dresda: "Vincere sotto pressione è ancora più bello"

Federico Pellegrino a 'Poligono 360' dopo le vittorie di Davos e Dresda: 'Vincere sotto pressione è ancora più bello'
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Sci Nordicol'intervista

Federico Pellegrino a "Poligono 360" dopo le vittorie di Davos e Dresda: "Vincere sotto pressione è ancora più bello"

Ospite d'onore nell'approfondimento di Eurosport, a cura di Massimiliano Ambesi e Dario Puppo, "Chicco" ha parlato del suo ottimo inizio di stagione e della situazione attuale nel mondo dello sci di fondo.

"L'inizio di stagione è stato veramente buono: già a Ruka mi sentivo bene ma un problema con i materiali non mi ha permesso di raggiungere un ottimo risultato. A Davos e a Dresda mi sono trovato veramente bene e ho portato due bellissime vittorie a casa, anche se gareggiare senza i norvegesi, soprattutto dal punto di vista tattico, non è la stessa cosa e di conseguenza ci sono molte più aspettative su di me, ma vincere sotto pressione è ancora più bello."- ha esordito così Federico Pellegrino, intervistato dal duo Puppo-Ambesi, nel corso del tradizionale appuntamento del lunedi "Poligono 360".

Un Pellegrino molto lucido nelle dichiarazioni e consapevole delle sue attuali qualità, nonchè della grandissima esperienza maturata in questi anni di Coppa del Mondo: "Le due vittorie sono arrivate in contesti diversi: Davos è un tracciato semplice, con la classica neve invernale, lo gradisco molto dal punto di vista tecnico. Inoltre sapevo bene quale sarebbe stato il punto dove poter fare la differenza, ovvero la salita finale; e così infatti è stato. Dresda devo ammettere che non mi piace molto, neve molla e tante altre incognite, diciamo che i tracciati cittadini non sono proprio i miei preferiti" - e sul tracciato dei Mondiali di Oberstdorf aggiunge: "Non sarà il tracciato dove abbiamo gareggiato la scorsa stagione, ci sono state alcune modifiche; per esempio la team sprint si svolgerà su un tracciato completamente inedito".

Toccata anche la questione relativa alle squadre scandinave: "Io sono pagato per allenarmi e gareggiare, è il mio lavoro e su questo argomento la mia posizione è molto chiara: ci sono delle regole, che ovviamente vanno rispettate, e che ci permettono di gareggiare in sicurezza. Non avrebbe alcun senso logico non partecipare ad alcune tappe solo per l'assenza di nazionali importanti tipo la Norvegia e la Svezia".

E su un'idea di Massimiliano Ambesi di mettere in calendario il Tour de Ski ogni quattro anni per evitare un numero altissimo di forfait nelle tappe di dicembre, risponde così: "Essendoci tante gare gli atleti hanno la possibilità di saltarne qualcuna, purtroppo a perderci è soltanto lo sci di fondo, in particolare gli organizzatori della tappa".

L'incidenza dell'infortunio accaduto in estate non sembra aver pesato: "Ho lavorato molto bene per riprendermi e devo ringraziare lo staff medico della nazionale se ora sto molto bene; dopo Pyeonchang 2018 ho dovuto allentare un po' i ritmi di allenamento, proprio per potermi permettere ancora delle grandi stagioni ad alto livello, soprattutto con l'obiettivo Pechino 2022 in primis."

"Curare i particolari e avere anche un po' di malizia nelle scelte tecnico tattiche è ciò che serve per essere dei vincenti nelle gare sprint" - spiega "Chicco", raccontando alcuni frangenti decisivi per conquistare quella tipologia di gara.

Alla domanda sull'obiettivo stagionale non si sbilancia: "Bolshunov sabato mi ha detto che vuole la coppa di sprint, io cerco di fare sempre il massimo in ogni gara, vincendo il più possibile. Quando inizieranno le sprint in classico però qualcosa potrebbe cambiare, tutto è possibile".

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